Qui, tra le mura del Flora, si nascondono le storie e i racconti di chi è passato da queste parti. Di chi si è fermato per una notte. Di chi ha trascorso una serata tra i tavoli del ristorante bevendo un buon bicchiere di vino.
Qui, tra le mura del Flora, si nascondono anche passioni e ricordi. Coltivati pian piano. Curati nel tempo e che riportano le tracce di radici lontane. Di quando ancora si era bambini.
Come la collezione di giocattoli del Flora, che è questo e molto di più. Una collezione nata per caso, una domenica mattina, in una delle tante passeggiate al mercatino di San Remy di Cagliari. E’ un’attrazione immediata di Beppe, l’oste e il protagonista indiscusso del nostro hotel e del nostro ristorante. Un’acquisto fatto d’impulso verso il giocattolo meno bello tra le bancarelle e la nostra collezione ha preso vita e si è moltiplicata nel tempo, andando ad arricchirsi di pezzi provenienti da tutta Europa.
Collezionare vecchi giocattoli vuol dire riunire pezzi segnati dal tempo ed è questa patina che li rende vivi e pieni di fascino.
L’esposizione in Hotel mostra solo una piccola parte della nostra collezione privata, che conta oltre tremila pezzi. Pezzi che insieme cercano un filo conduttore e che si traducono in diverse concezioni e tipologie di giocattoli: da quello povero, ma ricco di suggestione per la sua capacità evocativa semplice e immediata, al giocattolo più sofisticato, che trova ammiratori anche tra gli adulti. Sono giocattoli prodotti in più di un secolo, con una produzione che parte dalla fine dell'Ottocento e si sviluppa per tutto il Novecento fino agli anni ottanta.
Tra tutti, uno è il fulcro del ricordo e dell’infanzia più intima del suo collezionista, che racconta:
“E’ un trenino il giocattolo che conserva per me un significato particolare perché mi ricorda le festività del Natale del 1950. Uscivo da scuola, l'istituto Riva in Piazza Garibaldi e dovevo rientrare a casa in Via Arquer. Nel percorrere la Via Manno, rimasi affascinato dalla mitica vetrina del Signor Bolla, il negozio di giocattoli più fornito e conosciuta della Cagliari di quegli anni. Mi fermai ad ammirare un trenino elettrico Rivarossi che correva sui binari, attraversando un percorso tortuoso con passaggi a livello che si abbassavano al suo arrivare. Persi la cognizione del tempo. Rientrai a casa dopo la chiusura del negozio, a tarda sera, quando ormai i miei genitori disperati mi cercavano per tutto il quartiere della Marina. Ne presi tante, ma non ho mai dimenticato quel trenino Rivarossi che poi, a distanza di 50 anni, sono riuscito ad acquistare. Non riesco a descrivere la felicità che si è scatenata in me nell'ammirare quel giocattolo che è l'emblema della mia infanzia e la memoria storia di un mondo diverso.“